Verso il Namaqualand

VERSO IL NAMAQUALAND

verso_il_Namaqualand_Postberg

Una parola racchiude l’incredibile ricchezza della vegetazione della Provincia del Capo Occidentale in Sud Africa: fynbos, la boscaglia di arbusti dalle piccole foglie rigide e sottili, spesso sempreverdi, in olandese “fijnbosch”. In un’area di circa 90.000 km², gli arbusti si associano ad erbe, bulbi e perenni in un mosaico di forme, colori e strutture di cui fanno parte quasi 9.000 specie, il 70% delle quali endemico. L’importanza di tale diversità è stata riconosciuta dall’UNESCO che, nel 2004, ha dichiarato il Regno Floreale del Capo (Cape Floral Kingdom) Patrimonio dell’Umanità.

Il confine occidentale del più piccolo tra i sei regni floreali terrestri sfuma nel Namaqualand; regione arida e secca affacciata sull’Oceano Atlantico, tra Namibia e Sud Africa, conosciuta per le spettacolari fioriture di fiori selvatici in primavera, la varietà di succulente e i giacimenti di diamanti.

Verso fine agosto, ho viaggiato per qualche giorno verso il Namaqualand, scoprendo alcune delle piante protagoniste dei diversi paesaggi.

La Cape Namibia National Route, la N7, è una linea retta che collega Città del Capo alla Namibia dall’interno. La città si allontana mentre viaggio nella zona agricola dello Swartland, dove ondulati campi di grano e colza, si alternano a coltivazioni di agrumi e vigneti, spingendosi fino alle pendici delle colline. Pecore al pascolo e steccati sono separati dalla strada, nelle zone più umide, da macchie di zantedeschia aethiopica.

In questa zona la vegetazione indigena, renosterveld, è stata irrimediabilmente compromessa dalla progressiva espansione delle coltivazioni e dei pascoli iniziata nella seconda metà del ‘600, con la decisione della Compagnia olandese delle Indie Orientali di stabilire una stazione di rifornimento per le sue navi a Capo di Buona Speranza. L’introduzione di piante aliene, più o meno invadenti, costituisce un’altra minaccia per la conservazione della flora spontanea che, però, non sembra toccare le riserve intorno al piccolo villaggio di Darling. Qui è possibile ammirare una delle caratteristiche del renosterveld, la varietà di bulbose. Le margherite bianche, Dimorphotheca pluvialis, fanno da sfondo ad ampie colonie di Lachenalia pallida, perenne dai fiori cilindrici color crema, e si accendono con l’arancio brillante del Gladiolus alatus, i cui tre petali inferiori verdastri ricordano i bargigli dei tacchini. Poco lontano, il rosa delle spighe della Ixia scillaris si impone tra piccoli fiori giallo limone. Avvicinandomi, scopro fiori più minuti, come l’Oxalis purpurea dai larghi fiori rosa o le piccole coppe blu profondo illuminate da un centro rosso della Geissorhiza eurystigma, la cui somiglianza con altri fiori selvatici della zona serve ad ingannare gli insetti impollinatori.

I campi si riducono e scompaiono a mano a mano che si avvicinano le cime scoscese e frastagliate dei monti Cederberg. L’arenaria rossiccia, sagomata dal vento e dalla pioggia in curiose formazioni rocciose, scalda l’acceso giallo dei cespugli di eurypos. Tra le montagne si nascondono antiche e toccanti pitture rupestri, ma il sabato mattina le macchine e i pullman che affollano la strada sono diretti a Clanwilliam. Il paese, uno tra i più antichi del Sud Africa, è la sede del celebre Wild Flower Festival che si tiene ogni anno a fine agosto. Nella navata della vecchia Chiesa Riformata Olandese, volontari riproducono scrupolosamente i diversi paesaggi disponendo la ricca flora locale. In una sala, singoli fiori ed erbe sono disposti su tavoli, rigorosamente catalogati, per facilitarne l’identificazione. Dopo attenta osservazione, individuo nella Bulbinella la vaporosa massa di racemi crema, giallo ed arancio che torreggia sopra ad un sostanzioso gruppo di Moraea bifida il cui bulbo, velenoso per l’uomo e il bestiame, è invece apprezzato dai notturni porcospini.

Da Città del Capo la strada costiera, la Cape West Coast Route, R27, procede verso nord offrendo una delle più famose vedute della Table Mountain nei pressi di Bloubergstrand. Lungo la strada, tra la sabbia e bassi cespugli grigio-verdi coperti da fiori bianchi che sembrano batuffoli di cotone, risaltano ciuffi di erbe simili a giunchi. Gli steli verde-bruno, lisci e slanciati, leggermente arcuati, che terminano con spighette isolate, appartengono alla scenografica famiglia delle restionacee.

Per raggiungere l’Oceano abbandono la strada principale. A Paternoster, dalla preghiera recitata dai marinai portoghesi quando toccavano riva, un nastro di basse case bianche segue i bordi dell’ampia spiaggia, file di pesci sono appese ad essiccare e in una barca, tirata a secco davanti all’unico emporio del paese, fioriscono margherite gialle. Nel sole, tra la sabbia, si aprono i fiori rosa e gialli di piante striscianti dalle foglie carnose ed erbe sottili.

Sempre lungo la strada costiera, la riserva privata di Postberg è aperta solo tra agosto e settembre in corrispondenza delle fioriture primaverili. Percorrendo lentamente in auto la strada sterrata immersi in un mare di margherite bianche, ci sono buone probabilità di avvistare antilopi e numerose specie di uccelli. Il momento migliore per vedere i fiori è tra le 10 e le 16 nei giorni di pieno sole. Da vicino le pennellate bianche e gialle diventano singole corolle che scopro appartenere a generi diversi, non solo Dimorphotheca pluvialis ma gazanie, arctotis e altre ancora, tra le quali si insinuano solitari bulbi ancora in boccio. Spegnendo la macchina rimane solo il rumore del vento, i richiami degli uccelli, i movimenti delle antilopi e il mare di corolle bianche che si agita non lontano dallo schiumeggiante oceano.

Il mio viaggio verso il Namaqualand si è fermato qui, tra la N7 e la R27, tra strade sterrate che collegano campi e paesi dove, la domenica mattina, donne di colore camminano verso la chiesa vestite di tutto punto, con capello, borsetta e scarpe di vernice dai tacchi alti, passando indifferenti accanto a distese di fiori.

Anna Zappatini

verso_il_Namaqualand_Darling

Bibliografia:

John Manning, Field Guide to Fynbos, Random House Struik (PtY) Ltd, Cape Town, 2007.

Ruth Parker & Brita Lomba, Renosterveld a wilderness exposed, LR Publishers,  2009.